Il motore a scoppio (più precisamente motore a combustione interna) viene inventato nel 1850 da due italiani, padre Eugenio Barsanti e l'ingegnere Felice Matteucci, brevettandolo in inghilterra nel 1854. Alcuni anni dopo l'ing. Nikolaus August Otto propone un invenzione simile, copiando fedelmente il motore a scoppio dei due italiani, che prende così il nome di motore ciclo Otto. Matteucci fino in punto di morte rivendica la paternità dell'invenzione, ma muore insoddisfatto. Il motore a ciclo otto, è particolare motore alternativo a combustione interna che si basa sul ciclo otto, utilizzato in particolare per I motori alimentati a benzina. In questa tipologia di motore, una miscela aria-benzina viene fatta bruciare all'interno di un cilindro e la pressione generata dalla combustione viene utilizzata per spingere un pistone che muove il complesso biella-albero motore.

Si susseguono una serie di trasformazioni:

energia termica - energia meccanica(moto alternativo moto rotatorio) il ciclo di lavoro si basa su quattro fasi (o tempi):
1. aspirazione
2. compressione e combustione
3. espansione (fase utile)
4. scarico
Possiamo soffermare l'attenzione sul fatto che il lavoro prodotto dal motore sia il risultato della combustione della miscela aria-combustile. Quindi maggiore sarà l'energia termica prodotta dalla combustione, maggiore sarà la potenza sviluppata dal motore.
Per produrre maggiore energia termica è necessario introdurre una maggiore quantità di miscela gassosa e questo è possibile studiando la fluidodinamica nei motori e in particolare nelle testate.

La Fluidodinamica studia il comportamento di sistemi che prevedono il movimento di fluidi, liquidi o gassosi.

In particolare nei motori endotermici, ai quali rivolgiamo il nostro interesse, si occupa di studiare le perdite di carico, lo scambio termico e l'andamento dei flussi all'interno del condotto di aspirazione e di scarico.

La fluidodinamica ci permette lo studio di un indice specifico chiamato coefficiente d'efflusso,che indica quali perdite di carico subisce il flusso nel suo percorso dal collettore di aspirazione fino al cilindro durante l'aspirazione e via lungo il condotto di scarico durante la fase di evacuazione dei gas combusti.

Il calcolo del coefficiente d'efflusso avviene tramite l'utilizzo di un'apparecchiatura altamente specifica, che riproducendo le reali condizioni di funzionamento di una testata a quattro tempi, ci fornisce dati precisi ed attendibili.

Si tratta del flussometro o banco di flussaggio.

fluss9piccola.gif